• Carazo sottolinea che la modifica delle tabelle bonus "continua a lasciare fuori migliaia di famiglie"

• "Le famiglie dovranno pagare 272 euro al mese, il che di fatto significa che non possono optare per un posto perché non possono accedere agli aiuti"

• La discriminazione continua in base alla data di nascita non potendo richiedere l'aiuto in qualsiasi momento durante il corso”

marifran carazo

Marifran Carazo

Il portavoce per l'educazione del PP andaluso, Marifrán Carazo, ha denunciato oggi che il governo di Susana Díaz manterrà il "taglio" degli aiuti nell'educazione della prima infanzia e ancora una volta non rispetta il suo impegno per risolvere i problemi creati dal decreto approvato un anno fa con la bocciatura di settore e famiglie e con il voto contrario del PPA. Carazo ha spiegato che dopo la riunione di ieri del Tavolo di settore con le scuole materne, la Giunta ha proposto alcune «modifiche palesemente insufficienti che continuano a lasciare fuori migliaia di famiglie mileuriste».

La popolare portavoce ha affermato che il governo andaluso "si mostra incapace di risolvere i problemi che ha creato a causa della sua mancanza di dialogo e per il prossimo anno continueranno gli stessi problemi e gli stessi risultati".

Così, ha precisato, "migliaia di famiglie con risorse limitate dovranno continuare a pagare 272 euro al mese, il che significa che di fatto molte di loro non possono fare domanda per un posto nell'educazione della prima infanzia perché non possono accedere agli aiuti".

Marifrán Carazo ha rimproverato "la mancanza di spirito negoziale del Ministero dell'Istruzione, poiché si è presentato al Tavolo di settore con una proposta chiusa e non ha accettato il dibattito sui tavoli delle scuole materne".

Precisa, invece, che per il prossimo anno accademico non è risolto il problema dei bambini che non sono ancora nati durante il periodo di iscrizione. “Si tratta di famiglie rimaste senza poter richiedere aiuto in quanto non esiste un bando aperto che permetta loro di richiedere il bonus in qualsiasi momento del percorso”.

Carazo ha sottolineato che "è un effetto perverso del decreto Díaz che è un viaggio verso la riconciliazione familiare e, come in tutte le politiche educative del governo Díaz, rompe l'uguaglianza, poiché discrimina alcune famiglie o altre a seconda della data di nascita dei propri figli”.