• La relazione, presentata oggi in Parlamento, esamina alcune aree della gestione delle risorse umane nel settore della sanità pubblica andalusa nell'anno finanziario 2013.

• L'audit avalla le lamentele degli operatori sanitari, dei sindacati e del Partito popolare

• Il PP denuncia la "passività" del consigliere davanti a una Relazione che conferma l'inosservanza delle leggi, l'assenza di Piani Paritari e la precarietà delle assunzioni

• I tagli ai budget del Consiglio hanno colpito il doppio del personale del SAS rispetto a quello del Ministero

La vice segretaria della Welfare Society del PP andaluso e deputata regionale, Ana Mestre, ha chiesto questa mattina una "riforma strutturale" nella gestione della politica del personale sanitario dei servizi sanitari andalusi da parte del governo andaluso, dopo la "storia devastante Lo rende la Relazione della Camera dei Conti presentata questa mattina in Commissione Sanità del Parlamento.

L'audit presentato dalla Camera dei conti analizza alcune aree della gestione delle risorse umane nel settore della sanità pubblica andalusa nell'anno 2013 e, ha sottolineato il deputato popolare, "non solo riconosce i tagli operati dal governo di Zapatero in Sanità", ma anche che "appoggia le lamentele quotidiane degli stessi operatori sanitari, dei sindacati e del Partito popolare" in questioni rilevanti come l'assunzione di personale, i tagli di personale o l'eccesso di retribuzione di posizioni dirigenziali davanti alle quali il governo andaluso ha risposto solo con "passività".

Mestre ha evidenziato alcuni dei dati più rilevanti relativi al “concatenamento fino a sei contratti in SAS o otto negli Enti Pubblici per più di 300 giorni”; o l'“abuso” dell'eventuale figura per cumulo di incarichi che, ha precisato, “è aumentato dell'800%, passando da un minimo di 331 a 3.039 professionisti in questa situazione. «Tutto questo in una forza lavoro che ha già una percentuale di eventuale strutturale del 68%», ha sottolineato.

Ha inoltre indicato che il Consiglio "viola la propria Legge di Bilancio" nei confronti del personale della SAS e del Ministero, facendo un "uso improprio" della figura di appartenenza personale, "prolungata per anni per svolgere funzioni abituale invece di farne un uso eccezionale”.

Inoltre, ha denunciato i "tagli" all'organico, che figurano anche nella relazione dell'Organismo di Vigilanza. Tra il 2011 e il 2013 il taglio dell'organico professionale è stato di 7.773 addetti. Colpisce soprattutto il taglio della spesa, perché mentre la spesa per il personale SAS è diminuita del 12,64%, quella del Ministero lo è stata del 7,26%.

In tal senso, ha anche sottolineato il “richiamo all'attenzione” dato dal Rapporto sull'unificazione delle équipe di gestione dei presidi sanitari “a ridurre le spese ma senza modificare i regolamenti”, che ha causato, ha spiegato, “diversi intoppi giudiziari per non aver tenuto i poteri”.

Per il popolare deputato “è cruento che un governo autonomo con la bocca piena a parlare di uguaglianza debba ricevere un campanello d'allarme dalla Camera dei Conti, che segnala in questa relazione il mancato rispetto della legge 3/2007 del 22 marzo, la Legge di Parità Effettiva tra uomini e donne, nella gestione delle agenzie e nei quadri intermedi dei centri analizzati, nonché l'assenza di Piani di Parità né nel SAS né nel Dipartimento”.

In tema di compensi, ha precisato che ci sono cinque milioni di euro di compenso extralimitato dopo le cifre degli accordi di gestione o dei compensi fuori accordo, "ignorando anche la Legge di Bilancio" e senza che siano state avviate le pratiche di rimborso.