• Catalina García rivela che, nonostante la mancanza di specialisti, dal 2013 il Consiglio ha appena aumentato la richiesta di posizioni MIR
• Esorta il consulente a garantire la sicurezza dell'assistenza poiché più di 2.000 domande di approvazione sono state respinte nell'ultima revisione
• Sebbene il consulente lo giustifichi come qualcosa di eccezionale, c'è almeno un professionista che lavora a Úbeda da 10 anni senza un titolo approvato
La portavoce della Salute del PP andaluso, Catalina García, ha interrogato oggi il ministro della Salute, Marina Álvarez, sull'assunzione di medici specialisti senza titolo approvato e ha denunciato che il governo andaluso non sta agendo per risolvere la mancanza di specialisti nella salute andalusa . García ha rimproverato al consigliere di non aver chiarito i motivi per cui il SAS ricorre a questi contratti che incidono sulla qualità e sulla sicurezza delle cure per gli andalusi.
Il popolare portavoce ha avvertito che nell'ultima revisione delle pratiche di approvazione sono state respinte 2.060 domande su 2.700 presentate, quindi "è molto probabile che abbiamo assunto medici come specialisti a cui verrà negata l'approvazione della laurea".
García ha rimproverato al consulente la mancanza di chiarezza con questi contratti, poiché non conosciamo il numero di contratti, le specialità e gli ospedali in cui lavorano o il tempo in cui sono stati contratti. Pertanto, ha affermato che sebbene affermi che si tratta di qualcosa di eccezionale "sappiamo che c'è almeno un professionista che lavora all'ospedale di Úbeda da 10 anni senza avere il titolo approvato".
Ha affermato che "in Andalusia mancano specialisti perché hanno licenziato 4.000 professionisti della sanità pubblica a causa delle condizioni precarie dei contratti". Inoltre, ha evidenziato lo scarso interesse a risolvere questo problema, dal momento che dal 2013 il Cda ha aumentato a malapena le richieste di posizioni MIR. "Se abbiamo bisogno di specialisti, perché non chiedono più posizioni?"
García ha anche accusato il governo andaluso di non essere in grado di trattenere gli operatori sanitari andalusi e ha fornito come esempio che "dei 35 specialisti in medicina di famiglia formati a Huelva, solo uno è rimasto nella provincia mentre gli altri sono andati a lavorare". ”. In tal senso, ha esortato il consigliere ad “adattare la forza lavoro alle esigenze con contratti di lavoro dignitosi ed equi”.